La danza ha i suoi classici, esattamente come la letteratura, la musica e le arti figurative. Il repertorio classico è caratterizzato da opere che sono entrate a far parte della storia del balletto.
Quest’ultime sono molto importanti perché rappresentano la chiave di lettura dei passi e delle figure che le caratterizzano: le opere di repertorio nascono per un’esigenza estetica, a cui si affianca la storia filosofica e letteraria della danza classica.
I corsi di repertorio immergono i ballerini nella storia del balletto: le lezioni sono perciò un tuffo nel passato. Permettono agli allievi di entrare in contatto con i grandi personaggi del mondo della danza, imparando ad interpretare al meglio i balletti. Sono fondamentali nella formazione del danzatore, che con il tempo prende coscienza della vera essenza della danza, il balletto.
Per un ballerino che aspira a diventare un professionista è molto importante conoscere tutte le opere, in questo modo potrà approfondire lo studio della tradizione.
I cosiddetti “classici” sono e rimangono i riferimenti ai quali tendere per l’evoluzione intellettuale, culturale e artistica dell’intera specie umana.
Ecco un elenco dei balletti più famosi del repertorio classico:
E’ uno dei più famosi balletti del XX secolo. Primo dei tre balletti di Pëtr Il’ič Čajkovskij, fu composto tra il 1875 e il 1876.
La prima rappresentazione ebbe luogo a Mosca nel 1877.
Tratto un’opera di Hoffmann dove la protagonista è una bimba di nome Clara a cui il padrino per Natale le regala uno schiaccianoci.
Opera meravigliosa sia musicalmente che a livello coreografico.
E’ il balletto classico e romantico per eccellenza, fu ideato da un grande della letteratura francese: Théophile Gautier. A differenza di altri balletti, Giselle non ha subito significative modifiche per quanto concerne la coreografia nel corso del tempo, a differenza di altri balletti re-inscenati completamente.
Opera tratta dall’omonimo capolavoro di Miguel de Cervantes e narra le avventure cavalleresche dell’hidalgo Don Chisciotte e del suo scudiero Sancho Panza: questi affascinato dalle letture cavalleresche del medioevo decide di diventare un cavaliere errante e di combattere numerose battaglie in onore della sua amata Dulcinea.
E’ uno dei balletti che più ha colpito la fantasia dei coreografi. La trama è ispirata al racconto di Hoffmann “L’uomo di sabbia” e tratta la storia d’amore tra Swanilda e Franz e quella di un misterioso costruttore di giocattoli, Coppelius, che costruisce una bambola particolare poiché possiede un’anima, Coppelia.
Balletto basato sul poema The Corsair di Lord Byron, tragedia di un corsaro pubblicata in 1814. Il Corsaro, ispirato all’omonimo poemetto di Byron, è un balletto poco rappresentato fuori dai confini della Russia, almeno nella sua versione integrale.
Dalle scale di una fabbrica di sigarette, una donna scende a precipizio inseguita da Carmen; le due inscenano una rissa, Carmen sta per uccidere la rivale, ma viene fermata da un uomo, Don José. Quest’ultimo s’invaghisce di lei, che aiutata da una sua amica riesce a scappare; mentre José cerca d’inseguirla.
E’ stato il primo balletto sulle punte. La trama romantica è incentrata sull’impossibile amore tra un essere umano e una creatura soprannaturale. La vicenda è ambientata sulle Highland scozzesi: dove il protagonista è James, che riceve in sogno una visita da una Silfide alla vigilia delle sue nozze con la sua fidanzata.
La tecnica si piega alla danza, la danza si inchina agli afflati del cuore dei due amanti e dà loro voce, nella meravigliosa interpretazione di Svetlana Zakharova. Con un raffinato intuito, Neumeier porta infatti sulla scena della danza l’artificio del metateatro.
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Il passo a due o pas de deux è una sezione del balletto classico. È una danza creata per una coppia, solitamente destinata ai ballerini più virtuosi e dotati dal punto di vista tecnico ed espressivo, quasi sempre solisti o primi ballerini.
Il Pas de deux riveste una significativa importanza all’interno della danza classica: i partner devono instaurare un contatto creativo ed una reciproca percezione delle dinamiche.
L’espressione “Pas de deux” si riferisce al numero dei ballerini all’interno di una coreografia, che possono essere sia maschi che femmine, mentre eseguono insieme una sequenza di un balletto.
E’ possibile che quest’ultimo venga trasformato in pas de trois e pas de quatre, quando il numero dei danzatori e delle danzatrici passa a tre o quattro interpreti.
Il Passo a Due è considerata una tecnica abbastanza difficile, per questo motivo nelle scuole di danza le seguenti lezioni vengono proposte negli ultimi anni di studio, quando gli allievi sono stati formati adeguatamente.
Il Pas de deux sotto forma di schema è così costituito:
– Entréè, ovvero l’entrata dei due ballerini
– Adage, un adagio eseguito insieme
– Femme Variation. ovvero la variazione della donna che prevede elementi come le pirouettes, gli arabesque e i ballonnè.
– Male Variation, ovvero la variazione dell’uomo che prevede soprattutto piccoli e grandi salti come gli entrechats, le cabrioles e i grand jetés.
– Coda, nonché il finale della coreografia dove i due ballerini si ricongiungono e ballano insieme.
Esiste il Grand pas de deux, un passo a due eseguito da due étoiles di particolare superiorità: la coppia ruba la scena eseguendolo nel momento centrale della storia narrata dal balletto.
Per poter eseguire alla perfezione la coreografia i due ballerini devono essere in totale sintonia. Questo permetterà loro di compiere le famose prese: a terra o in aria.
Le prime sono caratterizzate da movimenti e passi che la ballerina esegue con l’aiuto del partner, rimanendo con uno o due piedi a terra. Le prese in aria vengono eseguite invece attraverso piccoli, medi e grandi salti della ballerina che viene sollevata in aria dal partner.
Per lavorare e migliorare certi requisiti funzionali come il controllo l’equilibrio statico, dinamico, la postura, la respirazione, ci si avvale di uno strumento molto efficace: l’esecuzione della “sbarra a terra”.
The post Pas de deux first appeared on Danza Classica Milano.]]>Ogni bambina quando inizia un corso di danza classica sogna di poter indossare le scarpe da punta. Tutto ciò è più che normale: siamo abituati a vedere le ballerine rappresentate sempre con tutù e scarpette e questo fa si che ogni bambina aspiri a diventare così. Spesso e volentieri anche i genitori (soprattutto le mamme) non vedono l’ora di questo momento, come se fosse un traguardo. Fate molta attenzione: le scarpe da punta se messe troppo presto possono causare gravi e irreparabili danni ai piedi delle ballerine. Ogni cosa ha il suo tempo. Si consiglia perciò di aspettare almeno i 10/11 anni di età, a patto che il fisico sia ben formato e che si sia acquisita una buona padronanza del lavoro della mezza punta e dell’en dehors. Se si inizia prima i nuclei di accrescimento delle ossa non ancora stabili, rendono il piede troppo suscettibile a danni e deformazioni. Diffidate perciò da tutte le scuole che anticipano questo momento, sicuramente non stanno pensando alla salute dei vostri figli, ma al loro profitto.
Quali sono le condizioni per poter iniziare il lavoro in punta?
Come dicevo prima per poter indossare le scarpe da punta bisogna innanzitutto aver preparato il fisico e la muscolatura. La caviglia deve essere forte e stabile, sostenuta da un buon lavoro muscolare. La stessa cosa vale per la postura e per l’equilibrio. Per ultimo ma non meno importante dobbiamo aver raggiunto una buona padronanza del lavoro di mezza punta, unito al concetto teorico e pratico del lavoro dell’en dehors. Queste sono le regole base da seguire ma sappiate che non tutti possono salire sulle punte. Vivamente sconsigliato l’uso di quest’ultime se si hanno i piedi che per loro anatomia non si arcueranno mai. Non serve a nulla il continuo lavoro, il collo del piede potrà anche migliorare ma la forma del piede rimarrà tale. Inutile dire che le punte sono sconsigliate a tutte le bambine che non sono tecnicamente pronte ad affrontare questo lavoro. Questa precisazione molto spesso viene dimenticata dagli insegnanti, chissà perché. A questo proposito mi riferisco ai genitori: non arrabbiatevi se il maestro pospone intelligentemente l’inizio del lavoro in punta, sicuramente avrà le sue giuste motivazioni. Cercate quindi di comprendere questa decisione e di non portare vostra figlia in un’altra scuola. Non vi cambia assolutamente niente aspettare qualche mese o anno in più, o meglio, state salvaguardando la salute dei vostri piccoli! Mi raccomando: non fate indossare alle vostre bimbe le scarpe da punta a casa, rischiate che si facciano solo male.
Come si scelgono le scarpe da punta?
E’ pieno di marche e modelli di scarpette che la scelta può confonderci le idee. Ogni ballerino ha una forma di piedi diversa dagli altri.
La maggior parte delle scarpette hanno forme e stili pensati per danzatori diversi, ma è comunque estremamente importante trovare una scarpetta che si adatti al proprio piede. Le prime volte questo potrebbe rivelarsi difficile perché non sarai sicura della sensazione che dovresti avere calzandole. Provandone diverse ti renderai conto di quali senti più adatte. Un modo per trovare la scarpetta migliore per te è rivolgerti ad un negozio con un vasto assortimento di marche e modelli, per trovare quella che ti calza meglio. Alcuni insegnanti di danza prediligono che le allieve indossino scarpette di un’unica marca. È molto meglio che ognuna vada a cercare le proprie punte. La durezza della suola è importante. Sostengo che per le prime lezioni la soletta debba essere morbida e debba permettere ai muscoli delle allieve di apprendere come lavorare in modo corretto. Quando si inizia il lavoro di punte, si dedicano solo alcuni minuti alla fine della lezione, e non c’è bisogno di unas carpetta rigidissima come quelle usate in una classe di balletto professionale.
The post Le scarpe da punta first appeared on Danza Classica Milano.]]>La propedeutica è destinata ai bambini dai 6 anni in su e a differenza del giocodanza, presuppone già una certa capacità di attenzione, imitazione, ascolto e concentrazione.
Gli esercizi proposti sono mirati a preparare l’allievo alla vera e propria lezione di danza classica. Sono movimenti studiati, diversi da quelli del giocodanza, in cui la concentrazione è rivolta soprattutto al coinvolgimento emotivo dell’allievo.
Gli obiettivi sono i seguenti: educazione al movimento, acquisizione della postura, sviluppo della muscolatura. Le lezioni devono essere strutturate in modo da dedicare tempo al lavoro corporeo generale, che deve comprendere riscaldamento, allungamenti, presa di coscienza del movimento, esplorazione dello spazio e ricerca dell’equilibrio, lavoro in extra rotazione delle gambe (definito “en dehors”), senso del giro, espressività delle braccia, atteggiamento del corpo ed infine una parte di lezione più decisamente danzata, in cui il bambino possa esprimersi esplorando con piacere quanto appreso.
La danza classica richiede e di conseguenza insegna la disciplina e la coscienza precisa del corpo. Aiuta a sviluppare le capacità di concentrazione, memorizzazione, ritmo, l’adeguarsi alle regole proprio perché le regole sono state capite e non imposte. Il bimbo esplora il proprio corpo diventandone consapevole, apprende a relazionarsi con l’adulto (insegnante) e i compagni in maniera organizzata ed efficiente. Tutto questo gli conferisce maggiori competenze utilizzabili in qualsiasi altra attività fisica.
Perché un corso di danza classica per bambini?
Una cosa molto importante che deve fare il genitore è quella di porre molta attenzione alla scelta della scuola di danza e soprattutto dell’insegnante. Quasi sempre l’insegnante antepone la tecnica all’allievo, creando disagi per il piccolo e in molti casi anche agli adulti!
Questo perché anche a scuola ci insegnano a non sbagliare, cercando sempre di ottenere ottimi risultati.
Tutto questo non favorisce il gusto per l’apprendimento.
Cosa significa apprendere?
Significa poter sperimentare, sbagliare, capire l’errore e riprovare, facendolo con gusto.
Il bambino è di natura curiosa e questo lo porta a fare esperienza attraverso lo strumento principale: il corpo. Se gli viene insegnato a temere di sbagliare il piccolo tenderà a bloccare la propria creatività per paura di non aderire alle esigenze richieste, e si sentirà incapace agli occhi dell’insegnante e dei compagni.
Sta agli insegnanti porre che l’allievo al primo e non la materia d’insegnamento!
E’ importante sottolineare con le famiglie l’importanza del percorso individuale di ogni allievo, anche grazie al fallimento dei suoi tentativi. Attraverso gli errori il bambino ha modo di imparare più velocemente e di fare molta esperienza.
A che età passare alla vera e propria lezione di danza classica?
Il consiglio generale è di aspettare gli 11 anni, quando il controllo del corpo è completo e l’apparato scheletrico sufficientemente sviluppato.
Solo intorno a quell’età, infatti, la muscolatura e l’ossatura del bambino sono sufficientemente strutturati e flessibili per rispettare completamente le esigenze fisiche e gli esercizi legati alla danza.
IL METODO
Per i bambini dai 3 ai 6 anni si parla di GIOCODANZA® – LA NUOVA PROPEDEUTICA – un percorso di crescita sano attraverso creatività, immaginazione e tanta fantasia!
Nasce dalla ricerca e dalle esperienze di Marinella Santini che ha scelto di proseguire il suo percorso legato alla danza classica dedicandosi ai bambini, creando un metodo per avvicinare i bambini alla danza che ha chiamato Giocodanza®, che è oggi un marchio depositato, a garanzia di qualità degli operatori che lo usano.
Attraverso il gioco il bambino migliora la propria autostima e diviene in grado di gestire questa sua libertà. Il Gioco Danza prevede l’elaborazione di elementi importanti e basilari. Questi elementi vengono inseriti nella lezione sotto forma di gioco, precisando che con questo termine si fa riferimento al gioco educativo.
Vi sono a questo proposito alcune regole da rispettare, come la percezione corporea, lo spazio, il tempo e la cooperazione con il gruppo. Il gioco rimane l’elemento portante. I giochi tecnologici li immergono in un mondo virtuale nel quale poco spazio è riservato alla creatività.
La riscoperta del valore del gioco aiuta i bambini a costruire la propria personalità ed è preziosa per un sano percorso di crescita. L’obiettivo del Giocodanza® è dunque quello di motivare i piccoli allievi: va stimolata e risvegliata la loro creatività.
Grazie all’introduzione di esercizi-gioco, il bambino ha un approccio spontaneo con la Danza, egli esplora, conosce, per arrivare poi ad esplicare le sue capacità. Il gioco costituisce un’occasione per fare esperienze, un mezzo per esprimersi e comunicare.
Il divertimento ed il gioco divengono gli elementi fondamentali della lezione, utilizzando anche oggetti che forniscono ulteriori input creativi.
I tempi di apprendimento sono assolutamente soggettivi: sarebbe inutile forzare l’apprendimento senza rispettare la naturale maturazione della persona.
COME SI SVOLGE UNA LEZIONE
L’insegnante struttura gradatamente gli spazi, definisce una sequenza di attività ed una logica temporale.
Il bambino che partecipa si sente rassicurato nel ritrovare spazi, luoghi, tempi e materiali a lui noti, da dove ripartire nel percorso di gioco ed apprendimento, evolvendo anche da un punto di vista cognitivo.
Attraverso lo spazio, l’insegnante si accoglie e risponde alle richieste profonde del bambino, favorendone i processi creativi e la formazione del pensiero operativo.
Tenendo conto che le attività sono diverse per ogni incontro, si possono comunque distinguere rituali, regole e tempi definiti:
– un momento iniziale in cui i bambini sono raccolti in cerchio, viene loro presentato il materiale a disposizione e vengono ricordate le regole (legate soprattutto al rispetto degli altri, di se stessi e del luogo);
– la lezione vera e propria, con danze-gioco finalizzate a costruire maggiore conoscenza del corpo e delle sue possibilità motorie ed espressive, alla conoscenza dello Spazio, del Tempo, della Forma, ecc.
– i concetti primari della Danza vengono introdotti sotto forma di gioco, utilizzando anche attrezzi – giocattolo e oggetti di uso quotidiano;
– un momento finale di dialogo su quanto avvenuto durante il gioco, di rappresentazione grafica e manipolativa, al fine di tradurre la propria emotività in linguaggi diversi e più accessibili.
The post Gioco Danza first appeared on Danza Classica Milano.]]>Per chi pratica danza il Pilates offre numerosi vantaggi. Quest’ultimo ci consente di lavorare il nostro corpo in maniera completa, coinvolgendo quasi tutte le catene muscolari anteriori, posteriori e crociate.
Il metodo Pilates trova una specifica e ampia applicazione nella danza, tanto che spesso è definito “la ginnastica posturale dei ballerini”.
Lo scopo è quello di rendere le persone consapevoli del proprio corpo e dei movimenti.
La mente di chi esegue gli esercizi del metodo Pilates è concentrata sul corpo, su ciò che sta accadendo: in questo modo è possibile comprendere esattamente ciò che la mente ordina al corpo e imparare a percepire come il corpo stesso si sta muovendo.
Elemento fondamentale è sicuramente la respirazione, che deve essere correttamente coordinata con i movimenti che si compiono.
Anche la concentrazione è importante affinché si possano eseguire correttamente gli esercizi proposti. Occorre quindi prestare la giusta attenzione a ogni movimento, in quanto nessuna parte del corpo deve essere trascurata. In questo modo diventiamo consapevoli della nostra postura, mantenendola per l’intera durata dell’esercizio.
Ogni movimento deve essere eseguito in modo morbido e fluido, nulla deve risultare troppo rapido o troppo lento.
Nel movimento ci deve essere armonia e fluidità, affiancata al controllo del movimento stesso. La fluidità dell’esecuzione deriva dalla forza del centro del nostro corpo.
La persona che pratica questi esercizi (come chi pratica qualsiasi esercizio di danza) non è spettatrice di sé stessa ma partecipa attivamente con il corpo e con la mente a ciò che compie.
Per i ballerini è importante concentrarsi sui seguenti principi tecnici: il controllo della posizione dei piedi, il controllo del bacino, il raddrizzamento vertebrale, la posizione della gabbia toracica, la posizione cingolo scapolare e la posizione del collo. Il più grande risultato che si ottiene con il Pilates è il riallineamento della struttura ossea che consente ai muscoli di lavorare con la giusta intensità, evitando quindi il rischio di traumi.
I principi generali del balletto classico includono concetti di allineamento posturale, extrarotazione degli arti inferiori, distribuzione e trasferimento del peso sulla gamba portante, allungamento degli arti e della testa nelle cinque direzioni, contro-bilanciamento, stabilità, talento artistico, musicalità, espressività del volto e delle singole parti del corpo… tutti requisiti che durante il corso di una lezione sono sempre relazionati l’uno con l’altro.
The post Il Pilates nella danza first appeared on Danza Classica Milano.]]>Ogni lezione viene strutturata in base all’età e alle capacità degli allievi che frequentano le classi. In linea generale una lezione di danza classica è strutturata nella seguente scaletta:
La lezione di danza classica si svolge in sale che non richiedono un particolare arredo se non: specchi, sbarre, un pavimento in legno e/o rivestito di linoleum, un impianto stereo e, nella migliore delle ipotesi, un pianoforte.
Generalmente il ballerino entra in anticipo in sala ed esegue autonomamente degli esercizi mirati a riscaldare il proprio corpo. Il riscaldamento è fondamentale: si tratta di un momento che il ballerino si ritaglia per poter preparare il corpo e la mente all’attività fisica.Il riscaldamento prevede una serie di esercizi di allungamento mirati alla prevenzione degli infortuni tipici dello sport praticato e ad un pre-allungamento della muscolatura che lavora.
La lezione di danza inizia con il posizionamento alla sbarra dove vengono eseguiti esercizi predefiniti. Il termine più utilizzato nella danza classica è l’EN DEHORS, ovvero la capacità di extra ruotare gli arti inferiori contemporaneamente.
L’esercizio introduttivo chiamato “pre-sbarra” viene eseguito con due mani alla sbarra, vale a dire in una posizione frontale rispetto alla stessa. Durante i primi anni di danza anche tutti gli altri esercizi vengono proposti con due mani sulle sbarra, più si impara e si migliora e più gli esercizi verranno poi proposti con una sola mano alla sbarra (prima appoggeremo solo la sinistra e poi solo la destra).
Tutti gli esercizi sono eseguiti sia a destra che a sinistra seguendo il principio di interfunzionalità e polivalenza; lo scopo è quello di preparare equamente un ballerino. Si parte con l’esercizio del Plié fino al arrivare al Relevé attraverso Battement Tendu, Battement Jeté, Rond de Jambe a terre, Fondu, Frappé, Rond de Jambe en l‘air, Petit Battement, Adagio e Grand Battement. Questi esercizi hanno come obiettivo quello di riscaldare, stirare e potenziare i muscoli, esercitare i tendini, donare maggiore flessibilità degli arti inferiori,migliorare la mobilità articolare e l’equilibrio; inoltre servono per educare nel particolare ogni singolo gesto della ballerina/o, nell’ottica di dover eseguire gli stessi passi al centro, senza alcun sostegno.
Alla fine della sbarra, tra questa e il centro, di solito è concesso qualche minuto per un breve esercizio di stretching che può essere eseguito poggiando il piede sulla sbarra allungando la muscolatura ischio-crurale o più semplicemente eseguendo esercizi di stretching a terra come le spaccate. Si riprende quanto eseguito nel riscaldamento iniziale con la sola differenza che in questa fase, gli allungamenti devono essere più marcati.
La seconda parte della lezione di danza si realizza senza l’aiuto della sbarra e viene chiamata centro. Qui è fortemente sollecitata la capacità coordinativa dell’equilibrio in tutte le sue forme, come frutto del lavoro eseguito alla sbarra. La lezione vera e propria inizia in questo momento. Il centro è introdotto da esercizi solitamente lenti mirati a sviluppare maggiore sensazione di equilibrio, stabilità, fluidità e simmetria dei movimenti sia a livello degli arti superiori (port de bras) che degli arti inferiori (adagio). Segue la parte delle pirouettes: rotazioni attorno all’asse sagittale eseguite in massima elevazione sull’avampiede.
Una buona parte della lezione è dedicata al cosiddetto Allegro dove vengono eseguiti movimenti più rapidi che includono piccoli salti, passi di spostamento (glissade, pas de basque…) e grandi salti come: Grand jeté, Sisonne, Entrachat Quatre/Six, Cabriole… che nel loro insieme compongono il Grande Allegro.
The post La struttura di una lezione first appeared on Danza Classica Milano.]]>Punto fondamentale.
Innanzitutto dobbiamo domandarci per chi stiamo cercando un corso di danza.
Per una bimba/o?
Se si, dobbiamo capire se è veramente interessata/o e se, di conseguenza, gli dà felicità. Bisogna anche considerare il fattore scuola: riuscirà a conciliare l’attività con i compiti? E’ assolutamente inutile obbligarlo a studiare danza, potrà resistere 1 anno al massimo dopodiché abbandonerebbe.
Se ci stiamo riferendo invece a corsi per adulti è importante trovare un corso dove l’età sia omogenea, non avrebbe senso frequentare un corso con ragazzi di 15/16 anni se io stessa ne ho 45.
Altra domanda da porci è il tipo di percorso che vogliamo intraprendere, una scuola professionale o privata?
Queste piccole domande faranno la differenza. E’ bene sapere che le scuole professionali hanno corsi strutturati in 8 anni, dagli 11 ai 18 anni.
Di scuole professionali ce ne sono poche ma sono tutte molto valide: per accedervi bisogna sostenere un’audizione. Ne è un’esempio l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, la Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, la Scuola di danza del Teatro San Carlo di Napoli.
Quando si è piccoli (8-11 anni) la selezione è soprattutto fisica: proporzioni, aperture, schiena, salto, forma delle gambe, conformazione dei piedi e musicalità.
Più si cresce e più le selezioni diventano difficili.
Le scuole private invece iniziano molto prima: si parte solitamente dai 3/4 anni con corsi di gioco danza.
Una buona scuola di ballo dovrà avere specifici requisiti: insegnanti di qualità, corsi per ogni livello, stanze pulite e con tanta luce, spogliatoi e servizi igienici. Naturalmente, ad avere l’importanza maggiore è la sala dove si danza. In questo luogo, gli allievi dovranno trascorrere la maggioranza del tempo per dedicarsi all’esercitazione. La sala da ballo dovrà essere attrezzata e possedere determinate caratteristiche indispensabili (spaziosità, ariosità e luminosità elevata con sbarre a duplice altezza per la danza classica). Alle pareti dovranno esserci degli enormi specchi. L’ambiente circostante dovrà presentare un dispositivo audio-fonico.
Trattandosi di un indirizzo specifico, la palestra non disporrà sicuramente di un pavimento adeguato. La pavimentazione di una buona scuola di danza è invece più adeguata, in quanto attenua bene i colpi e non provoca danni all’apparato scheletrico degli allievi di ballo. Prendete in considerazione il fatto che all’interno di una palestra non sempre c’è un istruttore esperto, poiché spesso è abbastanza giovane.